Il progetto di produzione della cannabis nello Stabilimento, iniziato nel 2015 a seguito dell’accordo di collaborazione del 18 settembre 2014 tra il Ministero della Difesa e della Salute, include la coltivazione standardizzata di cloni della pianta (riproduzione agamica) e la lavorazione farmaceutica dell’infiorescenza femminile (essiccazione, macinazione, confezionamento in flaconi da 5 g).
La commercializzazione avviene in preparazioni galeniche affidate ai farmacisti su prescrizione medica. Sono disponibili due varietà: FM2 – FM1, una contenente Tetraidrocannabinolo (THC) e il Cannabidiolo (CBD), l’altra solo il Tetraidrocannabinolo. I derivati della Cannabis trovano impiego clinico in alcune malattie neurologiche (nella spasticità della sclerosi multipla, nelle discinesie da levodopa nella malattia di Parkinson, nei disturbi extracoreici della corea di Huntigton, nel controllo dei tic delle sindrome di Gilles de La Tourette, in alcune forme di epilessia), nella terapia del dolore cronico sia oncologico sia neuropatico (come la neuropatia diabetica), nella nausea e nel vomito da chemioterapia. Il nuovo stanziamento di 3.6 M€ del 2021 permetterà di raggiungere 700 kg annui nel 2023.
A inizio aprile è stato pubblicato l’avviso per valutare le manifestazioni di interesse con il fine di individuare tra i partecipanti gli operatori economici privati a cui affidare il servizio di coltivazione di piante di cannabis ad uso medico, in aggiunta a quello attualmente svolto dallo Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare (SCFM) di Firenze. |